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I FALSI MITI AMBIENTALI SULLA PLASTICA

La plastica, fin dalla sua scoperta, ha avuto un ruolo fondamentale nella nostra quotidianità diventando onnipresente ed insostituibile grazie al suo costo moderato ed ai suoi infiniti campi di utilizzo. Ultimamente però tutti gli aspetti positivi di questo fantastico materiale sono oscurati dalle immagini che ci vengono proposte quotidianamente, come ad esempio: spiagge ricoperte di rifiuti, pesci e tartarughe che nuotano tra bottiglie e sacchetti ed animali il cui stomaco è pieno di plastica. Sembra che tutti i problemi relativi all’inquinamento che ci sono al giorno d’oggi siano causati unicamente da questo materiale.

Il nostro intento è quello di sfatare i miti secondo cui bisogna necessariamente trovare un’alternativa ecosostenibile alla plastica, senza incorrere nell’errore opposto di idealizzarla demonizzando altri materiali. Affronteremo la questione basandoci su un approccio scientifico che esuli dai dogmi ideologici derivati da impatti emotivi generati molto spesso dai mass-media, cercando di riportare la verità che emergono dai mezzi in nostro possesso, che siano essi ricerche scientifiche piuttosto che metodi di analisi standardizzati.

Convinzione sbagliate: alcuni esempi
Tra le convinzioni più diffuse e sbagliate quando parliamo di plastica vi sono:

1) Carta, cotone, vetro e metallo sono più “verdi” della plastica: sostituire la plastica perché ritenuta dannosa per l’ambiente significherebbe consumare molti più materiali, energia e risorse e produrre più scarti e CO2, creando così un danno ben maggiore all’ ecosistema.

2) La plastica è la causa del problema dei rifiuti: Oggi la plastica è insostituibile e necessaria in moltissimi campi e Il problema dei rifiuti, non è dovuto alla mancata deperibilità dei materiali, ma al mancato buon senso delle persone che spesso e volentieri gettano a terra in maniera sconsiderata.

3) Le microplastiche nell’oceano sono tossiche o rilasciano tossine: per quanto rappresentano un grosso problema, non risulta essere però centrale nella questione inquinamento dei mari; infatti è stato dimostrato che non è la plastica il problema ma le tossine che vengono scaricate da effluenti industriali che intossicano la fauna e la flora marina.

4) La plastica resiste negli ambienti centinaia o migliaia di anni: se oggi possiamo utilizzare la plastica nei più svariati ambiti è grazie alla scoperta di additivi che fanno sì che duri nel tempo. Queste sostanze però non la rendono eterna ma ne allungano la vita. Senza di questi si degraderebbe troppo in fretta grazie all’ossigeno. Non risulta quindi essere un aspetto negativo di questo materiale, bensì una qualità che ci consente di utilizzarla come oggi la conosciamo.

5) La plastica consuma le risorse del pianeta: considerata la frazione minima di petrolio che viene trasformata per produrre la plastica, risulta chiaro che per poter salvaguardare le risorse del pianeta, il primo passo dovrebbe essere quello di trovare soluzioni alternative all’energia elettrica e termica ed ai carburanti derivati dal petrolio.

L’attendibilità dei dati
Crediamo che sia fondamentale utilizzare dati verificati e fondati per evitare di incorrere in mistificazioni che non portano alcun vantaggio al pianeta. È doveroso quindi informarsi per evitare scelte basate sul sentito dire, con il rischio di generare più danni di quelli che si propongono di riparare.

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